Next è una gabbia dorata?
Perché è così difficile lasciare React dopo anni di utilizzo
Se sviluppi web da qualche anno, probabilmente hai notato un fenomeno: la "comfort zone" di React. O forse, come la chiamano alcuni, la "gabbia dorata". Sei diventato incredibilmente produttivo. Conosci a menadito useState, useEffect e l'intero ecosistema di Next.js. Puoi creare un sito full-stack con routing, rendering ibrido e API in un pomeriggio.
Eppure, quando provi a dare un'occhiata a Svelte, Vue o Astro, qualcosa non "scatta". Sembra tutto inutilmente complicato, o forse "troppo magico". Perché? Non è un problema di intelligenza. È un problema di modelli mentali. Ecco perché è così difficile lasciare React, anche solo per provare qualcosa di nuovo.
Come siamo arrivati qui: Next.js ha reso tutto facile
Ricordi la difficoltà di stare al passo con i millemila tools javascript? Prima di Next.js, React era solo una libreria. Dovevi scegliere e configurare tutto: router, state management, SSR. Era estenuante. Next.js è arrivato e ha risolto tutto. Ha fornito un framework "tutto compreso" che ha reso lo sviluppo React semplice. Routing basato su file, ottima SEO e zero configurazione. La nostra fedeltà non è (solo) verso React, la libreria. È verso Next.js, la soluzione integrata che ha eliminato la fatica decisionale. Siamo diventati dipendenti non dalla libreria, ma dalla soluzione completa.
Non è la sintassi, è il cervello
La vera barriera è cognitiva. Anni di React hanno addestrato il tuo cervello a "pensare" lo sviluppo web in un modo molto specifico. Il pensiero di React: "Lo stato cambia. Ri-eseguo l'intero componente. Il Virtual DOM capirà cosa aggiornare." Questo ti ha costretto a diventare un esperto nell'ottimizzazione dei re-render. Passi il tempo a usare useMemo e useCallback per evitare che l'app rallenti. Quando vedi Svelte, non c'è un V-DOM. È un compilatore. Scrive codice JavaScript che aggiorna chirurgicamente il DOM. La tua abilità nell'ottimizzare i re-render è improvvisamente inutile. "Lo stato è immutabile. Per cambiarlo, chiamo setState(), che attiverà un nuovo render con il nuovo stato". Non puoi aggiornare uno stato e leggerlo subito dopo. Quando vedi Vue, la reattività è basata su Proxy. Puoi semplicemente scrivere stato.valore++ e il DOM si aggiorna. Sembra "magia" o "pericoloso" al tuo cervello allenato da React, che si aspetta un flusso di dati unidirezionale esplicito.
Lo scontro di paradigmi
La difficoltà nel passare da React a un altro framework è come passare da una lingua romanza a una lingua tonale. I concetti di base sono diversi.
| Problema | React | Svelte | 
|---|---|---|
| Creare uno stato | const [val, setVal] = useState(0) | let val = 0 | 
| Creare uno stato derivato | const double = useMemo(...) | $: double = val * 2 | 
| Ottimizzare | React.memo(), useCallback() | Il compilatore lo fa per te | 
Vale la pena uscire dalla gabbia?
Dipende. React e Next.js sono strumenti fantastici, ma sono solo alcuni degli strumenti.
- Astro è incredibile per i siti di contenuto ad alte prestazioni.
 - Svelte offre un'esperienza di sviluppo più semplice e bundle più leggeri.
 - Vue e Nuxt sono lodati per la loro "developer experience" intuitiva.
 
Essere bloccati nella "comfort zone" di React è comodo, ma ti impedisce di usare lo strumento migliore per il lavoro. La prossima volta che provi un nuovo framework, non cercare di "trovare l'equivalente di useEffect". Cerca di capire il suo modello mentale da zero. Potrebbe volerci un po', ma ne varrà la pena.
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